La Riabilitazione Equestre è un insieme di tecniche che utilizza il cavallo come ausilio terapeutico-riabilitativo per affrontare difficoltà fisiche, psichiche e comportamentali.
Claudio Villa è un veterano ormai, e voglio sottolineare come difenda il benessere degli animali all'interno di un ambiente che è veramente innaturale per i cavalli.
Io di lui so poco a dire il vero. L'ho conosciuto alla Fiera Cavalli ad un Convegno l'anno scorso, era stato molto disponibile con me e, in quanto studentessa di Scienze dell'educazione, mi aveva invitata ad andare a vedere il suo lavoro a Milano, cosa che poi non sono più riuscita a fare. A me l'idea della Riabilitazione Equestre in carcere è sempre piaciuta moltissimo. Come mai dici che Claudio Villa è solo un veterinario ormai? L'ambiente dove vengono tenuti i cavalli l'ho visto di sfuggita..puoi darmi delucidazioni in più? Grazie
è molto interessante vedere come ormai la R.E. sia utilizzata negli ambiti più svariati. L'efficacia di questa come terapia è ormai comprovata in mille modi, e non si deve pensare che giovi solo alle persone con "deficit" come comunemente pensa la gente, ma anzi può sviluppare determinati aspetti di una persona sia da un punto di vista motorio, che psichico e soprattutto emotivo e sociale! Ecco percè penso sia molto interessante la sperimentazione in questo nuovo ambito! La cosa più importante però, come in tutte le terapia, è la presenza di un buon psicologo/educatore/terapeuta che sappia c ome muoversi e su quali punti focalizzarsi nel lavoro. Altrimenti viene perso gran parte del beneficio recato dall'ippoterapia.
Un progetto davvero BELLISSIMO E MOLTO FUNZIONALE!! Sono stata da poco in carcere ed è stata un'esperienza che mi ha toccato molto in profondità. Riflettevo sul fatto che i detenuti si trovano a vivere in un contesto che sconvolge radicalmente la sfera delle relazioni interpersonali e delle emozioni: si trovano a dover escludere totalmente dalla loro quotidianità alcuni aspetti quali l'affetto, la tenerezza, il contatto fisico. Inoltre sono davvero minime anche le occasioni di contatto con le famiglie, per non parlare di chi deve scontare la sua pena lontano da casa e quindi non ha alcuna possibilità di contatto con le persone care. Non voglio essere accusata di buonismo, sono ben consapevole che per finire in carcere bisogna aver infranto la legge e so anche che quest'allontanamento dalla sfera sentimentale è parte integrante della pena. I miei dubbi sorgono per tutti i detenuti che si trovano a scontare pene molto lunghe: che devono rimanere in carcere 5, 10, 20 anni o anche di più, mi chiedo come si possa pensare di "rieducare" una persona escludendola totalmente dalla sfera dell'affettività e disabituandola ad amare. Credo che lavorare con gli animali sia anche in questo senso un attività strepitosa, ti insegna ad ascoltare l'altro a stabilire un relazione di fiducia e stimola tutta una serie di emozioni (basti pensare a come ci relazioniamo con i nostri animali, all'infinita tenerezza che sprigionano, li coccoliamo, facciamo le vocine) che in carcere si è costretti a dimenticare. Non dobbiamo dimenticare che le emozioni sono la guida di molti nostri comportamenti e che, nell'ottica rieducativa in cui il carcere è inserito, non possono essere dimenticate.
Certo Natascia! E non è da dimenticare ne da sottovalutare anche che, oltre all'aspetto dell'affettività, in carcere in particolare, l'avvicinamento di questo tipo al cavallo può essere visto anche in una prospettiva futura lavorativa una volta scontata la pena. Mantenere un cavallo, fare del grooming, essere un groom, è un lavoro a tutti gli effetti. Penso che il lavoro col cavallo venga fatto diversamente anche in base al tempo della pena che una persona deve scontare in carcere. Se però essa prevede che prima o poi il carcerato dovrà uscire di prigione, questo sicuramente lo aiuterà a reintegrarsi nella società anche a livello lavorativo. Avrà imparato un nuovo mestiere (e non un mestiere qualunque, se hai letto il post precedente sul grooming). Grazie dell'intervento!
A PROPOSITO DI GROOMING!
RispondiEliminahttp://archiviostorico.corriere.it/2007/febbraio/26/maneggio_Bollate_detenuti_imparano_virtu_co_7_070226006.shtml
RispondiEliminaClaudio Villa è un veterano ormai, e voglio sottolineare come difenda il benessere degli animali all'interno di un ambiente che è veramente innaturale per i cavalli.
RispondiEliminaIo di lui so poco a dire il vero. L'ho conosciuto alla Fiera Cavalli ad un Convegno l'anno scorso, era stato molto disponibile con me e, in quanto studentessa di Scienze dell'educazione, mi aveva invitata ad andare a vedere il suo lavoro a Milano, cosa che poi non sono più riuscita a fare. A me l'idea della Riabilitazione Equestre in carcere è sempre piaciuta moltissimo. Come mai dici che Claudio Villa è solo un veterinario ormai?
RispondiEliminaL'ambiente dove vengono tenuti i cavalli l'ho visto di sfuggita..puoi darmi delucidazioni in più? Grazie
è molto interessante vedere come ormai la R.E. sia utilizzata negli ambiti più svariati.
RispondiEliminaL'efficacia di questa come terapia è ormai comprovata in mille modi, e non si deve pensare che giovi solo alle persone con "deficit" come comunemente pensa la gente, ma anzi può sviluppare determinati aspetti di una persona sia da un punto di vista motorio, che psichico e soprattutto emotivo e sociale!
Ecco percè penso sia molto interessante la sperimentazione in questo nuovo ambito!
La cosa più importante però, come in tutte le terapia, è la presenza di un buon psicologo/educatore/terapeuta che sappia c ome muoversi e su quali punti focalizzarsi nel lavoro.
Altrimenti viene perso gran parte del beneficio recato dall'ippoterapia.
Tenendo chiaramente anche in considerazione la salute fisica e mentale del cavallo.
EliminaUn progetto davvero BELLISSIMO E MOLTO FUNZIONALE!! Sono stata da poco in carcere ed è stata un'esperienza che mi ha toccato molto in profondità.
RispondiEliminaRiflettevo sul fatto che i detenuti si trovano a vivere in un contesto che sconvolge radicalmente la sfera delle relazioni interpersonali e delle emozioni: si trovano a dover escludere totalmente dalla loro quotidianità alcuni aspetti quali l'affetto, la tenerezza, il contatto fisico. Inoltre sono davvero minime anche le occasioni di contatto con le famiglie, per non parlare di chi deve scontare la sua pena lontano da casa e quindi non ha alcuna possibilità di contatto con le persone care.
Non voglio essere accusata di buonismo, sono ben consapevole che per finire in carcere bisogna aver infranto la legge e so anche che quest'allontanamento dalla sfera sentimentale è parte integrante della pena.
I miei dubbi sorgono per tutti i detenuti che si trovano a scontare pene molto lunghe: che devono rimanere in carcere 5, 10, 20 anni o anche di più, mi chiedo come si possa pensare di "rieducare" una persona escludendola totalmente dalla sfera dell'affettività e disabituandola ad amare. Credo che lavorare con gli animali sia anche in questo senso un attività strepitosa, ti insegna ad ascoltare l'altro a stabilire un relazione di fiducia e stimola tutta una serie di emozioni (basti pensare a come ci relazioniamo con i nostri animali, all'infinita tenerezza che sprigionano, li coccoliamo, facciamo le vocine) che in carcere si è costretti a dimenticare. Non dobbiamo dimenticare che le emozioni sono la guida di molti nostri comportamenti e che, nell'ottica rieducativa in cui il carcere è inserito, non possono essere dimenticate.
Certo Natascia! E non è da dimenticare ne da sottovalutare anche che, oltre all'aspetto dell'affettività, in carcere in particolare, l'avvicinamento di questo tipo al cavallo può essere visto anche in una prospettiva futura lavorativa una volta scontata la pena. Mantenere un cavallo, fare del grooming, essere un groom, è un lavoro a tutti gli effetti.
EliminaPenso che il lavoro col cavallo venga fatto diversamente anche in base al tempo della pena che una persona deve scontare in carcere. Se però essa prevede che prima o poi il carcerato dovrà uscire di prigione, questo sicuramente lo aiuterà a reintegrarsi nella società anche a livello lavorativo. Avrà imparato un nuovo mestiere (e non un mestiere qualunque, se hai letto il post precedente sul grooming).
Grazie dell'intervento!